Cerignola, 6 dicembre 1969
Mio caro Giovanni,
con la Mamma sono rientrato da Milano mercoledì 3 corr. ed ho qui trovato il tuo cartoncino del 27 nov. che riscontro con ritardo. Nel frattempo ho ricevuto il 2° bollettino scolastico, al tergo del quale il Rettore informa: “Studia ma, come sempre, non con quella tenacia e con quella profondità e severità auspicabili e possibili in lui”. E’ un giudizio in parte positivo, perché mi assicura che un certo impegno viene da te dedicato; in parte negativo, perché conferma la tua indole portata alla superficialità e all’incostanza. Quando mi darai la contentezza, la gioia, l’orgoglio di sapere che hai vinto la tua natura; quando potrò finalmente fare affidamento su un tuo fermo proposito di concepire lo studio non come fase di transizione dall’adolescenza alla maturità ma come substrato di tutta una vita, come arricchimento non labile come lo è quello materiale ma dote perenne dello spirito, dell’intelligenza, della educazione pubblica e privata? Quando potrò dire che le mie parole, reiterate, hanno scavato nella tua coscienza, rendendo fermo per te che solo con lo studio la vita diventa degna di essere vissuta, capìta ed elevata? Ti prego, dal profondo del cuore, di non ritenere le mie parole una predica d’occasione, un puro dovere paterno: sono parole dettate da un’esperienza profonda di vita, da convinzioni radicate che nessun’altra considerazione potrebbe mai modificare, da confronti plurimi che mi hanno sempre confermato di non sbagliare. Perciò se vuoi bene a me, ma soprattutto SE VUOI BENE A TE STESSO, ascolta quanto oggi ti dicono due persone che verso di te debbono e sono due educatori, il Rettore e tuo padre. Educare significa soprattutto AMARE e non puoi dubitare che simili persone parlino alla tua mente ed al tuo cuore unicamente per un debito formale e non già, come invece è, perché vogliono un tuo avvenire senza rimproveri, senza rimpianti, senza delusioni!
Probabilmente non starò a ripeterti ancora in altre mie questa invocazione: sicuramente potresti abituarti alla… predica senza reazioni benefiche. Però rifletti, e lungamente, su questo fatto: se potessi per grazia divina tornare indietro, non farei altro che allargare tutti gli orizzonti culturali per saziare la sete del sapere che tanto imperfettamente ho alimentato finora. Quante cose non so e quante ne vorrei sapere in ogni campo, perché l’uomo deve avvicinarsi a Dio con la più vasta conoscenza di tutto ciò che Dio gli ha donato in terra.
Non altro. Mi darai il conforto che le mie raccomandazioni ti hanno raggiunto in profondità?
Con Mamma e tutti il più caro abbraccio, papà
Il nostro grande papà! Ora vorrei un po’ della sua forza…
Bravo Giò, sei un creativo, non c’è che dire. :-)