GIOVANNI RINALDI


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Non basta l’intima coscienza della propria onestà. La lettera di Di Vittorio

13 Maggio 2024 9:41 PM

Cerignola, Natale 1920. A casa Di Vittorio – un umile pianterreno nel quale due mesi prima era nata Baldina – viene consegnato a Carolina Morra, in assenza di suo marito Giuseppe, un dono natalizio: un cesto pieno di ogni “ben di dio” inviato dal nobile e potentissimo “industriale” agrario Giuseppe Pavoncelli. Di Vittorio (Peppino per tutti) aveva allora 28 anni, aveva sposato Carolina il 31 dicembre dell’anno precedente, era un bracciante, ma anche la guida indiscussa del movimento dei lavoratori della terra. Rientrato a casa rimane sorpreso di quell’inaspettato dono e, quello stesso 24 dicembre 1920, scrive una lettera, su carta intestata (“LA FALCE” COOPERATIVA ANONIMA DI PRODUZIONE E LAVORO fra Contadini – Muratori ed affini smobilitati CERIGNOLA), all’amministratore dell’azienda Pavoncelli, il Sig. Preziuso, perché riferisca al Principale.
Di Vittorio nella lettera scrive di non poter accettare il dono natalizio, nella sua qualità di “uomo politico attivo, un militante”, a dimostrazione non solo dell’intima coscienza della propria onestà, ma anche dell’esigenza di una “onestà esteriore”. E con estrema lucidità esige che il ritiro venga fatto dalla stessa persona inviata per la consegna.

Il documento è rimasto inedito per 87 anni e fu scoperto casualmente nel 2007 a seguito di un colloquio estemporaneo, nell’azienda Santo Stefano di Cerignola, con Stefano Pavoncelli.
Ero allora direttore del Progetto Casa Di Vittorio realizzato dal Comune di Cerignola insieme alla Regione Puglia. L’occasione scaturì nell’ambito di una visita all’azienda Santo Stefano (un sopralluogo per individuare possibili location della fiction Palomar/RAI in corso di produzione nel settembre 2007) che effettuai insieme allo scenografo Luciano Ricceri e a Flavio Tallone, direttore di produzione. Stefano Pavoncelli, nell’accompagnarci, ribadiva la soddisfazione per la scelta di realizzare un film Di Vittorio, ma anche la stima che la sua famiglia aveva sempre espresso nei confronti di Giuseppe Di Vittorio. Ricordava anche un documento particolare, forse una lettera indirizzata ai Pavoncelli, conservata nell’archivio familiare, a firma Giuseppe Di Vittorio. Ricordo la mia sorpresa e il suggerimento di cercarla e se possibile donarne copia alla “Casa Di Vittorio” in costituzione.
Il giorno successivo alla visita, da Roma, veniva inviato il fax col documento in questione: la lettera del Natale 1920 indirizzata da Giuseppe Di Vittorio al Conte Giuseppe Pavoncelli.

Eccola:

Il testo della lettera:

li 24 Dicembre 1920
Egregio Sig. Preziuso.
In mia assenza, la mia signora ha ricevuto quel po’ di ben di Dio che mi ha mandato.
Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale ed il nobile sentimento di disinteressata e superiore cortesia cui si è certamente ispirato.

Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle esigenze crudeli, talvolta brutali anche perché – in gran parte – è fatta di esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente – come il nostro – ghiotto di pettegolezzi più o meno piccanti.
Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onestà ma per la mia situazione politica non basta l’intima coscienza della propria onestà.
È necessaria – e Lei lo intende – anche l’onestà esteriore.

Se sul nulla si sono ricamati pettegolezzi repugnanti ad ogni coscienza di galantuomo, su d’una cortesia – sia pure nobilissima come quella in parola – si ricamerebbe chi sa che cosa.
Sì che, io, a preventiva tutela della mia dignità politica e del buon nome di Giuseppe Pavoncelli, che stimo moltissimo come galantuomo, come studioso e come laborioso, sono costretto a non accettare il regalo, il cui solo pensiero mi è di pieno gradimento.
Vorrei spiegarmi più lungamente per dimostrarle e convincerla che la mia non è, non vuol essere superbia, ma credo di essere stato già chiaro. Il resto s’intuisce.

Perciò La prego di mandare qualcuno, possibilmente la stessa persona, a ritirare gli oggetti portati.
Ringrazio di cuore Lei ed il Principale e distintamente per gli auguri alla mia Signora
.
Dev.mo Giuseppe Di Vittorio

Pubblicato da: Giovanni Rinaldi

Categorie: 3 - Progetto Casa Di Vittorio: 2006-2010

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